Strada Cavour una volta si chiamava…

Strada Cavour ha una lunga storia, lunga quanto la stessa città di Parma. La via più rappresentativa del centro non è però sempre stata la via delle “vasche” o dello shopping all’ultimo grido. Al contrario il suo nome tradizionale non andrebbe per nulla a genio ai fighetti che la popolano al giorno d’oggi.

Prima che il suo nome fosse cambiato in onore del politico piemontese Camillo Benso conte di Cavour, protagonista del Risorgimento come sostenitore delle idee liberali, il nome di Strada Cavour era certamente meno evocativo e più pratico: Borgo Beccàj. Era denominata così per la presenza in zona di numerose macellerie, dette appunto beccherie dove il beccàj erano i loro proprietari, quelli che oggi chiamiamo macellai .

Più di un cambiamento

In seguito il nome di quella che oggi conosciamo come Strada Cavour fu tramutato in Santa Lucia in relazione all’omonima chiesa dove, in occasione della Candelora (la Sarjóla in dialetto parmigiano) evento religioso che si tiene il 2 febbraio, viene distribuita la candela benedetta e dove viene impartita la benedizione agli occhi.

Nel Novecento la strada si è trasformata nel “salotto” di Parma, punto di ritrovo di centinaia e centinaia di giovani, così che nel 1986 l’amministrazione comunale ha deciso di chiuderla radicalmente al traffico, sistemandovi vasche per fiori e panchine.

Forse Borgo Beccàj non era un nome molto accattivante e sicuramente non era per nulla esotico, noi confidiamo nel fatto che Strada Cavour debba la sua fortuna popolare proprio al suo nome. D’altra parte chi di noi non ha mai detto “Ci becchiamo in Via Cavour?”.

Tratto dal libro “Antichi Toponimi delle più note Strade e Borghi Parmigiani con i loro personaggi” di Lorenzo Sartorio