Dialetto parmigiano e comicità, due concetti forse distanti ma per noi indissolubili. Io Parlo Parmigiano è nato davanti ad un bicchiere di lambrusco, raccontandosi aneddoti: i proverbi dei nonni, i modi di dire cittadini e quelli della campagna. Alla terza fetta di salame avevamo già tutto chiaro e nel giro di poche ore abbiamo creato una pagina Facebook.
Ci siamo resi conto che il dialetto era li da qualche parte, c’era solo bisogno di smuovere le acque. Uno dei primi e più forti sostenitori era il “prof.” Enrico Maletti, che ci ha incoraggiati a perfezionare la forma linguistica studiando il dizionario Italiano-Parmigiano di Guglielmo Capacchi.
Così abbiamo aperto un canale YouTube. La nostra idea era semplice, dare a Parma dei contenuti che fossero ironici ed accessibili ma che non mancassero di qualità nel lessico.
“Il dialetto parmigiano è morto”, sentivamo ripetere in giro. Ci siamo accorti che le cose andavano diversamente. La conferma è giunta sia dalle migliaia di contatti stabiliti in poco tempo sul web ma anche dal fortunato successo dei nostri spettacoli comici nelle piazze, nei ristoranti e nelle sagre locali. Parma e provincia si sono risvegliate da un sonno vernacolare che sembrava solo aspettare un segnale.
Forse sorprenderà sapere che le nostre platee più soddisfatte sono bambini e forestieri. Noi per primi, pensavamo di colpire il parmigiano “del sasso”. A questo punto come si può affermare che il dialetto parmigiano è morto?