Prima di lasciare definitivamente Zibello, Paolo mi lascia un ultimo pensiero su cui meditare. «Mo raccomando passa da Ardola: è il paese dove non si muore mai! È una delle tante frazioni di Zibello e non ha mai avuto un cimitero. È un posto dove la morte non arriva. Non lo dico solo io: è una delle tante voci de la ‘Bassa’. Qui si sa affrontare la morte con il sorriso sulle labbra. Quello del camposanto non è l’unico mistero. C’e un’altro enigma religioso che dura dal lontanissimo 15 Luglio 1746. Oggi sembra però aver trovato una spiegazione scientifica definitiva. Ci si deve nuovamente calare nello stretrissimo rapporto tra credo religioso e mondo agreste; sempre così forte. In quell’estate terribile la peste imperversava nelle campagne. Morivano uomini e donne. Il bestiame fu falcidiato dal morbo pestifero. In tanti decisero di chiedere l’aiuto divino attraverso l’intercessione dei santi. Proprio ad Ardola era stato costruito, nella notte dei tempi, un vecchio oratorio con un’immagine dedicata a San Rocco. Il santo viandante è sempre stato specialista nel curare tutti i malanni. Iniziarono così preghiere incessanti. Durante le orazioni, i presenti si accorsero che qualcosa di miracoloso stava accadendo. In un fosso al limite della strada, zampillarono, all’improvviso, due nuove sorgenti. L’acqua, come scriverà poi il parroco del paese Bartolomeo Zerbini, era di uno strano color ‘rossetto’. I fedeli gridarono al moracolo. La voce dell’evento mistico si diffuse in tutt la pianura. Arrivarono le folle. La gente si accalcò a bere. Furono portati capi di bestiame e qualsiasi essere vivente che avesse contratto la peste. Tutti ebbero subito un immediato beneficio. San Rocco aveva compiuto il miracolo!»


Tratto da “Bassa Mon Amour” di Roberto Fiorentini (2022)