Anolini: le origini

Gli anni in cui finalmente dai ravioli nascono gli anolini, ossia se ne trova scritto il nome sui testi che fanno storia, sono quelli del pieno Rinascimento. Il luogo di nascita dell’anolino non è Parma (come verrebbe da pensare) bensì Roma, dove le sue origini si perdono nelle umili cucine del popolo.

fiocco azzurro per l’anolino

Cibo dei Papi

Gli anolini dovevano essere davvero di ottimo sapore, se un grande cuoco nel 1500 li ha ritenuti meritevoli di comparire sulle tavole dei re e dei papi. Bartolomeo Scappi, il più importante tra i cuochi del suo tempo, nel 1536 era al servizio del Cardinale Lorenzo Campeggi, ma dedicò anche la sua attività ai papi Paolo III e Pio V di cui era addirittura cuoco segreto.

Nei libri di cucina

Scappi scrisse un testo di cucina dove raccolse ricette e trucchi del mestiere. Nella sua opera inserisce la ricetta degli anolini così come li preparava il popolo; considerata però la qualità e la quantità degli ingredienti, viene da pensare che lo Scappi possa avere adattato l’impasto del ripieno alle esigenze dei suoi signori.

Preparazione degli anolini raffigurata nel libro Li quatro banchetti destinati per le quatro stagioni dell’anno

L’Opera è suddivisa in sei libri per altrettanti argomenti; nel quarto volume troviamo una pietanza fatta di pasticcio di capponi lessati ricoperti di anolini e serviti con una spolverata di formaggio, zucchero e cannella: le porzioni sono di di un cappone a persona.

Troviamo anche citati due bussoli per pasta a forma di bicchiere per incidere i dischi di pasta e dar corpo all’anolino a foggia di cappelletto, infatti la forma corrisponde a quella di un piccolo cappello.

Robert De Niro ha opinioni molto diverse da Al Pacino, in fatto di anolini

Gli anolini arrivano a Parma

Gli anolini da Roma sono giunti a Parma attraverso la Famiglia Farnese. Alla Corte di Ranuccio II, fu un cuoco palermitano, Carlo Nascia, che ebbe modo di raccogliere le sue ricette in un manoscritto dal titolo Li quatro banchetti destinati per le quatro stagioni dell’anno.

Nonostante lo stesso nome, il ripieno degli anolini dello Scappi ha pochi punti in comune con la specialità di oggi, ma i gusti di allora erano quelli, l’anolino aveva ancora quasi quattro secoli davanti a se per crescere.