Un manoscritto che porta la firma di Ser Matteo Cattarini del fu Gasparo fu Antonio datato 1806, Primo Anno del Regno d’Italia imperando Napoleone il grande et sendo Viceré il Prencepe di Venassia Eugenio Napoleone, descrive la cena che la massaia offriva, dopo il duro lavoro della macellazione del suino, al norcino e ai suoi aiutanti: «La tavola abbia li seguenti piatti…bevito mezzo goto di vino bianco a salutare l’apertura del pasto, il primo piatto sii di boni risi con li figatelli di pollastro in brodo, che la massara curarà sii ben fisso, come fissa è stata la bona sorte del suino. Et indi il secondo piatto sii di carne lessa di manzo et di gallina lessa con verze nostrane et altra verdura di terra nostra, ben conzadi con olio di nova torchiatura. Siegua il piatto di persuto vecchio, tagliato grosso come grossa è la buona volontà di nostro cuore et insieme li capuzzi in grado di ove non manchi lo lardo vecchio ben sfritto et scollato. Et il piatto in appresso sarà di gallina et dindio, cossate et petto, poiché le ale debbono mettersi in brodo, con radicchi et salate oliate in pien’ordine.»

Tratto da “L’ òca in-t-al bronzón” di Laura Zilocchi (2010).