Piazza Ghiaia a Parma, con la sua storia plurisecolare e la sua recente trasformazione, rappresenta un perfetto equilibrio tra tradizione e modernità. Il recupero architettonico ha restituito vita a questo luogo, rendendolo nuovamente un fulcro della vita sociale e commerciale parmigiana.

“Quand’è l’alba la Piazza è già piena di carri, di banchi e di voci e di odori. Un’ora prima, due ombre, poi tre, quattro, arrivano dai vicoli e si disperdono: resta, del loro passaggio, il presagio dell’imminente animamento. E l’aria palpita come percossa da ali invisibili. Da un caffè appena aperto esce una lama di luce bianca sulla quale i primi clienti passano come davanti ad uno schermo, incorporei ancora, e rattrappiti in una voglia allucinante di riposo. Dietro il banco una signora dignitosa ed alacre serve la gente e pare che la gente centenaria, con le figure della padrona vestita di nero lustro e di capelli bianchi, si diffonda una reminescenza inobliabile dei caffè quattrocenteschi, nobili e lindi. Quelle strane facce di ortolane astute e fredde, di carrettieri cisposi e rubizzi e taciti in questo svegliarsi del giorno trasportano volentieri in un’epoca romantica e abbandonata. Che ressa, dopo, intorno alle pile di cacio, ai cesti di verdura ancora stillante di rugiada, o alle venditrici di nastri pizzi e altre diavolerie della più dimessa vanità femminile! Viene fuori dalle botteghe un fiume di roba, ad accatastarsi sui camions, sulle carrette per disperdersi dopo nei quartieri lontani o in città lontanissime…”

Cesare Zavattini, Piazza della Ghiaia, in “La fiamma di Parma, 8 Ottobre 1928). Tratto da “Piazza Ghiaia – I volti e la Storia (Volume 2)” a cura di Guido Conti, Federica Sassi e Roberto Apocci (2006)

Storia Antica

Piazza Ghiaia, cuore pulsante di Parma, ha una storia ricca che risale al lontano 1232, quando il podestà cremonese Gherardo Manara decise di ristrutturare le fortificazioni di difesa lungo il torrente, creando uno spazio conosciuto come le “ghiare”. Quest’area, precedentemente lasciata scoperta a causa di una deviazione del fiume Parma, era divisa in due parti: la grande a nord e la piccola a sud, entrambe delle arcate del pons lapidis, il ponte di pietra di epoca romana ancora in funzione nel Medioevo.

Sin dal 1271, la piazza era un luogo vivace con botteghe e mercanti, come riportato nel Liber iurium del Comune di Parma, che elencava stationes e pateri nella Glarea Communis. Gli affittuari, rivenditori di masserizie usate, avevano contribuito alla formazione della piazza erigendo una staccionata a proprie spese. La zona era anche sede del Macello pubblico, voluto da Pier Luigi Farnese, e delle esecuzioni tramite la forca.

Evoluzione Architettonica

Tra il 1836 e il 1838, le Beccherie furono costruite su progetto di Nicola Bettoli, aggiungendo un tocco di eleganza con il loro colonnato dorico tra il muro di difesa a ovest e il resto della piazza. Nel 1856, la scalinata in biancone di Verona venne eretta, collegando la Ghiaia all’attuale Via Mazzini, superando il torrente con grazia.

La Rinascita Moderna

Oggi, Piazza Ghiaia ha subito un profondo intervento di recupero, mantenendo l’essenza della sua storia mentre abbraccia la modernità. La struttura originaria è stata modificata con linee architettoniche avanzate, focalizzate sulla presenza di una copertura in ferro e vetro. Questa trasformazione consente all’area di riconquistare la sua antica funzione come punto di incontro e di commercio, offrendo spazi continui per attività commerciali e aggregative nel cuore vivace della città.