Io Parlo Parmigiano

Mozart a Parma

Finalmente, dopo un giorno di viaggio, la carrozza dei Mozart varcò le porte di Parma. La città li accolse con il suo inconfondibile fascino barocco, un tripudio di architetture maestose e dettagli raffinati che dovettero colpire profondamente il giovane compositore.Parma, con la sua ricca tradizione musicale, rappresentava una tappa fondamentale del grand tour italiano di Mozart. La citta ducale, infatti, vantava una vivace scena artistica, con il suo teatro e le numerose chiese dove la musica sacra fioriva rigogliosa. L'arrivo a Parma non fu solo una sosta nel viaggio, ma un'immersione totale in un ambiente culturale stimolante. Il giovane Wolfgang ebbe l'opportunità di ascoltare nuove…

Read more

Garbin

Uno era Garbin. I servizi sociali avevano cercato più volte di trovargli una sistemazione in casa protetta, ma Garbin viveva bene in ospedale. Non appena veniva dimesso dal reparto usciva, sceglieva una delle strade che fiancheggiavano il Maggiore, si sdraiava in mezzo alla carreggiata e aspettava di essere soccorso. Via Abbevveratoia, viale Osacca, via Gramsci erano vie molto frequentate e in poco tempo Garbin era di nuovo ricoverato. I medici ormai lo conoscevano e per evitare che facesse troppa confusione in reparto, dato che ormai considerava le corsie come fossero casa sua, scrivevano una lettera di dimissioni "preventiva" pronta per essere siglata anche nel cuore…

Read more

La Spongata

A Parma, nel 1537 si vieta agli aromatori di fare “spongate né pani papali”: evidentemente, oltre ad essere farmacisti, droghieri e profumieri, gli aromatori miravano ad invadere anche il campo della pasticceria. Nel Pontremolese la spongata è documentata già nella metà del Seicento, e ancora nel Parmigiano, nel secolo scorso, i monaci di San Benedetto erano famosi per i loro spongadén dal’ àculia, seguendo una tradizione che datava almeno dal 1585.Può darsi che le discussioni tra Parmigiani, Reggiani e Pontremolesi circa la paternità della spongata siano tutte superate dalla possibile constatazione che già i Romani confezionavano un dolce simile. Tratto da “La Cucina Popolare Parmigiana”…

Read more

Luigi Apolloni

Ero in comproprietà fra la Pistoiese e la Reggiana quando il Parma mi chiamò alla sua corte. Andai a Milano, al mercato, a firmare il contratto con Canuti. Esordii in campionato contro la Cremonese, giocammo male, perdemmo. Fu un campionato dignitoso. Sembrò cambiare la musica con l’arrivo di Zeman tanto è vero che battemmo in amichevole anche il Real Madrid. Ci illudemmo ma la realtà fu molto dura. A Tizzano in ritiro, lavorammo come matti, io avevo le vesciche ai piedi, non riuscivo a correre dal dolore. Colpa delle corse sull’asfalto. Bozzetti mi rimise in piedi curandomi anche una caviglia che aveva calcificazioni. Sogliano mi…

Read more

Il salame di Felino

Tra i salami che si sono formati lungo la Via Pedemontana, molto noto è il Salame di Felino, che prende nome dall'omonimo sito, molto probabilmente riallacciandosi a quello etrusco di Fel(s)inum. Questo salame ha stretti rapporti con il prosciutto che si produce nelle stesse terre. Infatti, era prodotto con i ritagli delle cosce destinate alla produzione del Prosciutto di Parma. Per questo era stato denominato anche nel "salame di prosciutto". Oggi è prodotto anche con altri tagli pregiati del maiale, e con tecniche che si ispirano sempre all'antica tradizione. Si è inoltre alleggerito di grasso, pur mantenendo il suo inconfondibile sapore e aroma.Il Salame di…

Read more

Al fontanär (l’idraulico)

La rezdóra l' é preocupädagh' é ròtt al rubinètt, la ca' alagäda. Mo guärda! Al fontanär al n' é vén mìgae dir che par pagär fagh mìga fadìga -.Arìva finalmént, vèrs il cuàt'r ór'n òmm distìnt, la bórsa cmé 'n dotór. In déz minùd al guäi l' é riparè. Co' gh' vén? -. La dìz, coj sòld zà preparè. J' én sìnch mìlla frànch -. Oh màma mìa!A gh' é gnù cuäzi mäl, n' é mìga bozìa. Sìnch mìlla franch? Eh che lavór!n' ò gnànca paghè tant al mé dotór -. A crèd dabón, a crèd sénsa ch' la giùra,cära la mé sjòra, la vìtta…

Read more

La Porta di Viarolo

Siamo alle porte di Parma e alle porte della Bassa e questa Porta a Viarolo è quasi trattoria di confine, ma con la piacevolezza di tutto quanto è tradizione, tra materie prime di qualità e preparazioni attente e precise. Paola e Simone in sala, Nicole in cucina rappresentano quelle tradizioni famigliari forti e compatte. E le scelte di Nicole in cucina sono ben rappresentate e sostenute da Paola e Simone. Un legame che, semmai ce ne fosse bisogno, aumenta ancora di più il valore di un menù tradizionale, preparando seguendo le stagioni. E quando si parla di stagioni, si intende anche stagioni della tradizione. Così…

Read more

Sant’Antonio

Un antico proverbio così recita: "Par Nadäl un didäl, par l' an' nóv al pè d' un manzól, par la Befàna al sält äd 'na càgna, par Sant Antònni Abè 'n óra sonè". Proprio un'ora non è ma, che il giorno si allunghi, è vero. Un tempo il prete benediceva le stalle e si recitavano suppliche dinanzi all'impolverata immagine del Santo vegliata da un baluginante lumino. Alle bestie veniva dato il fieno migliore, non dovevano essere uccisi animali, il vaccaro si vestiva a festa, come pure i carrettieri che agghindavano i loro cavalli con eleganti finimenti. Un'altra tradizione voleva che le porte delle stalle rimanessero…

Read more

Il brodo e il “Pieno”

Le nostre nonne, alla Domenica, quasi si mettessero d'accordo, per primo servivano in tavola la minestra in brodo "pàsta ràza" (pasta grattugiata) e come secondo il bollito misto: manzo, gallina e l'immancabile "pjén" con le varie salsine del rito frutto delle antiche ricette che ogni famiglia parmigiana si porta appresso nei secoli come il proprio cognome. Se il "pjén" della Domenica doveva risultare buono, quello per il pranzo di Natale doveva essere superlativo anche perché, quello morbido "digeribile" che fluttuava nella pentola, era uno dei "complici" del brodo dentro il quale dovevano nuotare gli anolini. A Parma il "pjén" è sempre stato un rito per…

Read more